Il Libro delle 18:03 al MAN Aquileia

Venerdì 21 aprile il Museo archeologico nazionale di Aquileia ospiterà l’Associazione Culturale “Il Libro delle 18:03” per la presentazione del libro “Il cuore buio dei miracoli” di Alessandro Mezzena Lona.

Introduce: Marta Novello
Dialoga con l’autore: Cristina Feresin
Letture di Valentina Verzegnassi   L’incontro si terrà presso i nuovi spazi conferenza del Museo archeologico nazionale di Aquileia alle ore 18:03.

La partecipazione è gratuita.

Per info e prenotazioni: bookshopmanaquileia@gmail.com /0431 91016.  

L’autore.


Alessandro Mezzena Lona ha ricoperto per lungo tempo il ruolo di responsabile delle pagine culturali del quotidiano “Il Piccolo” di Trieste.  Nel 2013 ha vinto il Premio Grado Giallo Mondadori con il racconto “Non credere ai santi”. Ha scritto i romanzi “La via oscura”, “La morte danza in salita”, “L’amore danza sull’abisso”. Nel “Poeta delle pantegane” ha raccontato la vita e i versi di Federico Tavan. Inoltre un suo racconto, “Adesso respira!” è uscito nel volume “Bazleniana” pubblicato a maggio 2022 da Acquario Libri e dedicato alla figura di Roberto Bazlen”.

Il libro.

“Lunedì 28 ottobre 2018, sera.

Nel libro si parla di una tempesta durata per ore, al termine della quale scende l’oscurità su molte zone di Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia si scatena un uragano tropicale di forza incredibile. Quello stesso giorno, pomeriggio.

L’editor francese Blaise Panafieu arriva a Villa Buzzati, a San Pellegrino di Belluno, per fare un favore allo zio Yves Panafieu, lo studioso a cui il mondo letterario deve molto per il suo prezioso libro-intervista Dino Buzzati un autoritratto. Un aspetto attira l’attenzione del vecchio Panafieu e del nipote: settimane prima Valentina, la pronipote di Buzzati, invia una lettera in cui sostiene di avere ritrovato un curioso quaderno. Potrebbe trattarsi del manoscritto originale, mai rinvenuto dal 1972, a cui Buzzati si è ispirato per creare il suo ultimo, misterioso, libro: I miracoli di Val Morel; ma il quaderno sparisce di nuovo.

Forse perché nel manoscritto originale c’era qualcosa di così perturbante che nemmeno Buzzati aveva avuto il coraggio di rendere pubblico.